I corsi serali nella scuola media superiore in provincia di Varese.
Analisi e prospettive

Dott. Giovanni Bandi

 

I Corsi serali presso Istituti Superiori in Provincia di Varese nell’ Anno Scolastico 1999-2000 sono 13, di cui 5 privati, distribuiti in 4 Distretti Scolastici, per un totale di 897 iscritti, (Tab. 1).

Tale dato, se considerato in sede storica, evidenzia una costante diminuzione sia del numero delle classi, sia dei corsisti, ( Tab.2-3). Fenomeno questo di natura "strutturale", se si considera che durante l’Anno Scolastico 1974-75 il totale degli iscritti, esclusi gli istituti privati, era di ben 2501 unità, che nel corrente anno scolastico, anche se non si hanno ancora dati ufficiali,si registra un ulteriore calo e che il numero degli iscritti alle prime classi è in costante diminuzione.Quindi non solo non è prevedibile un’inversione di tendenza, ma anche a breve-medio termine proseguirà il trend negativo. Infatti, secondo dati ancora ufficiosi, durante l’anno scolastico 2000/2001 gli iscritti sono scesi a 869 unità, distribuiti in 52 classi (Tab.4). Quale futuro si prospetta allora per questi corsi? Già l’analisi puramente quantitativa ne evidenzia l’inarrestabile declino, né potrebbe essere diversamente per corsi che negli anni non hanno saputo rapportarsi, se non in maniera assai limitata, ai cambiamenti ed alle richieste di formazione superiore da parte degli adulti.

Forse pochi si ricordano oggi che al momento dell’istituzione delle sezioni serali degli Istituti Tecnici Industriali nel 1964, la loro durata viene fissata in sei anni (sic!) perché ad un ordinamento didattico caratterizzato da scarsissima flessibilità appare insormontabile la difficoltà di far svolgere ai lavoratori-studenti un corso di studio che nelle sezioni diurne comporta orari settimanali di circa 38 ore (rispetto alle 31/35 settimanali dell’ITC ed alle 30/31 dell’IT per Geometri). Da qui la ripartizione in sei anni del programma d’insegnamento quinquennale. Nonostante le risentite proteste degli studenti serali ,tale normativa viene confermata dalla circolare Ministeriale N.140 del 8-3-1968 e bisognerà attendere il 1974 (Oscar Luigi Scalfaro Ministro della P.I.) perché tale richiesta venga recepita.

Fallito il tentativo, nella seconda metà degli anni settanta, di estendere le 150 ore alle superiori (ed a ciò non risultano estranei i rilevanti interessi economici dei "diplomifici"privati) ben poco è cambiato da allora nell’organizzazione,nei programmi e nella didattica dei corsi serali. Gli stessi insegnanti,le loro competenze,il loro approccio con l’utenza sono del tutto "organici" alla scuola del mattino (del Progetto Sirio parleremo più avanti). I corsi serali continuano così ad essere dal punto di vista didattico una riproposizione invariata dei corsi del mattino in orario serale (formato bonsai nella migliore delle ipotesi) e ad avere una funzione di puro recupero nei confronti della scuola diurna. Quella che è cambiata, o meglio,che è venuta a mancare è, come abbiamo visto dai dati statistici, l’utenza; quella figura sociale su cui si sono rette per anni le fortune di tali corsi : il lavoratore-studente. Un lavoratore in genere non più giovane,maschio, occupato nel settore industriale, che a prezzo di enormi sacrifici, sabato compreso, alla fine consegue un titolo di studio, "il pezzo di carta", che alla fine gli consentirà, o così almeno crede, il passaggio di qualifica od una nuova occupazione impiegatizia; una promozione sociale ed economica e non solo scolastica. Uno studio "matto e disperato" come pedaggio inevitabile per conseguire un titolo di studio considerato indispensabile strumento di promozione sociale. Risulta del tutto evidente come troppe cose siano cambiate, a partire dal valore del titolo di studio, perché una scuola con le caratteristiche prima ricordate possa sopravvivere a tali cambiamenti. Tali corsi,ulteriormente ridotti nel numero e nelle dimensioni, potranno anche sopravvivere puntando su un’utenza residuale e marginale, ma perderanno l’opportunità di aprirsi a quella crescente e nuova domanda di formazione proveniente dalla società, di cui l’obbligo formativo fino a 18 anni non è che un aspetto, e che attende dall’offerta formativa superiore ben altre risposte.

 

TAB. 1

ISCRITTI AI CORSI SERALI NELLE SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI: 1999-2000 PROVINCIA DI VARESE (scuole statali e non statali)

Distretto, comune, scuola CLASSI ISCRITTI
Distretto 3 – Varese 18 346
Itis di Varese 5 114

Iti E. Fermi 2 19

Itc. A.Volta 3 32

Itg. P.L. Nervi 2 49

Itc. F. Daverio 6 132

Distretto 6 – Gallarate 16 235
Itg. K. Wojtyla 3 24

Itc. K. Wojtyla 3 28

Itis di Gallarate 1 33

Ipsia A. Ponti 8 142

Lli Europeo Cavallotti 1 8

Distretto 8 – Busto Arsizio 6 83
Itis C. Facchinetti 6 83
Distretto 9 – Saronno 13 233
Itis G. Riva 9 181

Ipsia A. Parma 4 52

TOTALE provincia di Varese 53 897

FONTE : OPIVarese

 TAB. 2

ISCRITTI AI CORSI SERALI NELLE SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI: DAL 1996-1997 AL 1999-2000 PROVINCIA DI VARESE (scuole statali e non statali)

Anno scolastico CLASSI ISCRITTI VARIAZIONE
1996-1997

1997-1998

1998-1999

1999-2000

72

63

58

53

1293

1079

980

897

100

83

76

69

FONTE : OPIVarese

 Perché ciò possa accadere occorre un ripensamento profondo delle esperienze finora maturate ( il Progetto Sirio può essere un utile punto di partenza purchè nella consapevolezza di essere ancora al di qua di quanto richiesto e necessario) considerando che l’autonomia scolastica da un lato e la

possibilità per chiunque,purchè compiuti i 19 anni, di presentarsi agli esami di maturità dall’altro, consentono ampi spazi di manovra, almeno per chi li voglia utilizzare.

Occorre partire dalla consapevolezza che l’istruzione e l’educazione degli adulti sono cosa altra dalla scuola del mattino (c’è chi parla di andragogia…),hanno finalità, contenuti e metodi radicalmente differenti;le varie discipline ed i programmi non devono più, come sovente in passato, essere utilizzati come pretesto per impedire qualsiasi innovazione. Si tratta di qualificare in maniera diversa il percorso di formazione, occorre un nuovo punto di vista senza il quale la stessa diminuzione del carico di studi e dei tempi di frequenza, per quanto necessaria, risulterebbe insufficiente. Così come per la nostra Carta costituzionale il lavoro è l’elemento costitutivo, altrettanto lo deve diventare per una scuola che si rivolge agli adulti. Occorre cioè introdurre il concetto di lavoro nel curricolo di studio come un concetto formativo essenziale per la comprensione del lavoro stesso. Tale concetto viene ribadito con forza nel testo approvato dalla CONFERENZA UNIFICATA in data 2-3-2000 laddove si afferma " In questa diversa visione del curricolo il tema del lavoro rappresenta il fatto nuovo e contribuisce a definirne meglio il rapporto con altri contenuti…. Si può così entrare nella logica della non identificazione dell’apprendimento con lo studio soltanto,ma con diverse forme di studio-lavoro. Per cui si può sostenere che lo studio è solo una delle modalità di conoscenza e che per giungere meglio a conoscere diventa indispensabile correlare le forme dello studio alle forme del lavoro. Lo studio non è più la sola condizione per conoscere. La conoscenza è il prodotto dell’integrazione fra la dimensione teorica e quella operativa". E ancora "L’idea guida che percorre e collega concettualmente le citate norme è quella di competenza,intesa come dimensione operativa della formazione,uso finalizzato delle conoscenze, saper fare, organizzare, decidere. Tale interpretazione della nozione di competenza può quindi trovare applicazioni utili ed efficaci anche nell’ambito dei curricoli scolastici finalizzati all’acquisizione di titolo di studio,soprattutto di tipo professionale e tecnico".

Esistono quindi i presupposti per coinvolgere operativamente gli Istituti di Istruzione secondaria,tecnici e soprattutto professionali, ed attuare un’offerta integrata e flessibile,nel rispetto dei diversi soggetti e delle diverse vocazioni istituzionali, che faccia esperienza di quanto elaborato in materia di istruzione e formazione degli adulti dai Centri Territoriali Permanenti anche in Provincia di Varese, volta a soddisfare, attraverso percorsi idonei, le esigenze di formazione a livelli superiori di un’ utenza nuova e diversificata.

La creazione di un gruppo di lavoro composto dagli Istituti e dai Centri interessati può costituire la premessa per definire :

 Varese, 30-1-2001

 

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