.Storieinrete

La mia adolescenza stata molto diversa da quella dei miei coetanei che abitavano nel mio stesso paese. La mia casa era molto grande , aveva praticamente due appartamenti, e quello che occupavo con la mia famiglia aveva quattro camere da letto e due enormi cantine, oltre ai servizi normali .A fianco della casa c’era la stalla con sopra un grande fienile e, dietro alla casa, una costruzione molto lunga che serviva da officina e riparo per gli attrezzi e i macchinari agricoli La costruzione pi piccola, fatta di pietre e veramente graziosa , era un piccolo deposito per la legna, che era l’unico sistema di riscaldamento che avevamo per la casa e per l’acqua .Il lavoro era tanto, cominciava al mattino presto, nelle giornate in cui non si andava a scuola, e finiva quasi tutti i giorni di primavera, estate e inizio autunno, quando si faceva buio e non si vedeva pi niente all’aperto. L’unica distrazione in quegli anni era la televisione ( che non ricordo per quale miracolo avessimo e si accendeva rigorosamente solo alla sera ) e una vecchia radio alla quale tenevo molto.Il volume di questa radio era talmente basso che dovevo stare con l’orecchio molto vicino per riuscire a sentire.Allora si ascoltavano le prime canzoni in lingua straniera ,e la mia passione era un pezzo che pi tardi seppi essere di George Harrison , che si intitolava " My sweet lord" e che faceva

My sweet lord, I really want to see you

I really want to be with you

I really want to see you lord but it takes so long –my lord

My sweet lord: I really want to know you

I really want to go with you

I really want to show you lord that it won’t take long – my lord

Mio dolce Signore, desidero veramente vederti

Voglio veramente stare con te

Voglio veramente vederti Signore

Ma occorre molto tempo- mio Signore

Mio dolce Signore, desidero veramente conoscerti

Desidero veramente venire con Te

Voglio veramente dimostrarti che non occorrer molto tempo.

Cercavo di imparare al meglio possibile le parole pur non capendone il significato, e quando mi trovavo nei prati, senza nessuno che ascoltasse, la cantavo a modo mio. La mia fattoria era completamente circondata da grandi prati (davanti alla casa erano addirittura enormi) e collinette dove si tagliava l’ erba con la ranza perch la motofalciatrice non ci poteva andare. Per portare il fieno in cascina si usava la forca ed era tutto un passarsi questi pesanti mucchi di fieno fino a che era tutto a posto nel fienile in un modo particolare (a cui mio padre teneva molto ) e non certo come capitava. Dietro alla casa passava un fiume di grandezza media che, partendo dal fondo di un prato che si trovava vicino alla nostra casa, faceva un’ansa di fianco alla fattoria. L' unico periodo dell’anno in cui il paesaggio era veramente originale (anche se in ogni stagione in modo diverso era molto bello), era quando questo fiume si ingrossava ed usciva abbondantemente dagli argini, inondando tutti i prati dietro alla fattoria per alcuni giorni. Per arrivare sulla strada principale per poi poter andare a scuola, mio padre faceva salire me e i miei fratelli sul trattore perch l’acqua era molto alta e ci capitava persino di vedere qualche persico e qualche "gobbetto" in mezzo all’erba.Quei giorni di disagio sono sempre stati ricordati da me con nostalgia , perch l’ attenzione di mio padre nei nostri confronti non era cosa di tutti i giorni , ed il fatto che lui ci prestasse attenzione ci riempiva di gioia. Questo stato d’animo andava per nascosto perch, in quella vita di lavoro e rinunce, i sentimenti erano segno di debolezza e fragilit.Il fiume nel giro di pochi giorni rientrava nel suo letto, riprendendo la sua corsa , che finiva in un paese vicino, quando entrava nel lago di Ghirla.

Flavia Cervini

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